mercoledì 15 dicembre 2010

Una lettrice implacabile e "La tredicesima storia"

Sono una lettrice vorace e bulimica, anche se selettiva e molto schizzinosa.  E sono anche impietosa, ed un tantino brutale: dò ad un libro trenta, quaranta pagine per conquistarmi, per convincermi a rimanere nella magica bolla della storia che racchiude, e se dopo quaranta pagine non è ancora riuscito a mostrarmi copn chiarezza almeno un paio di ragioni per le quali dovrei continuare a leggere, lo metto da parte, senza rimpianti, senza pietà. E' successo con molti libri, è successo per esempio con "Non ti muovere", o con i libri di Faletti, o con quelli di Volo, con gli ultimissimi di Isabelle Allende (le cui prime opere sono invece tra i miei libri preferiti), e con alcuni di Camilleri (il cui Montalbano è tra i personaggi di cui non potrei fare a meno), e succederà di nuovo, ne sono sicurissima. Stava per succedere anche con la "Tredicesima storia". Il libro parte con molte, allettanti promesse: paesaggi romantici, storie misteriose, intrecci familiari, una giovane biografa proprietaria di una libreria, una anziana, famosa scrittrice alla fine dei suoi giorni. Pioggia, cieli plumbei, la brughiera selvaggia, una antica villa padronale, il mistero. La storia ha inizio. Ma la protagonista è poco empatica e (mi sembra) molto poco tratteggiata: non la capisco, non capisco il suo modo di ragionare, e anche la sua storia mi sebra poco plausbile. E l'anziana scrittrice è esattamente come ti aspetti che sia una famosa, ormai vecchia scrittrice, un  misto di capriccio e di eccentricità, che si perdona giusto per via dell'età avanzata e della malattia che la sta portando via. E la storia  che la scrittrice racconta è una storia cupa, spettrale. La pazzia, la decadenza, la vecchia casa in rovina, il giardino distrutto, l'incesto, il mistero, l'incendio, l'inganno. Mi disturba, mi inquieta. Lo mollo per qualche giorno: rileggo "Persuasione", e "La vita di Charlotte Bronte" (qua e là) e anche "HP e i doni della morte" (solo i capitoli finali... che meraviglia.... ). Lo riprendo, ma mi lascia l'amaro in bocca, e un odore di chiuso, di muffito nelle narici. Sono oltre la fatidica quarantesima pagina, però. Fuori piove, fa freddo e la domenica (con Puzzola impegnato con i compiti e i regali di Natale già fatti) è tutta per me; mi faccio un thè, mi siedo in cucina con le gatte tra i piedi e leggo. Fine alla fine. Il libro sa cosa penso di lui; sa di essere "troppo": troppo gotico, troppo misterioso, troppo pieno di follia, decadenza, mistero, fantasmi. Ma arrivo ad uno snodo decisivo. Ed è qui che il libro - che intuisce i miei pensieri e che intercetta il mio scetticismo - cambia registro. All'improvviso si lascia amare, si scioglie, si spiega. Il fantasma - eterea, inconsistente, insopportabile presenza - diventa perfettamente plausibile, i comportamenti  incomprensibili diventano alla fine pieni di logica e assolutamente sensati. Il libro trova il suo scioglimento: l'ombra si dirada, il mistero si svela; resta tutto com'è alla vecchia villa che fa da sfondo alla storia: tutto come all'inizio. Ma le cose si spiegano, il mistero trova la sua soluzione. I protagonisti si fanno voler bene. Il libro sa farsi apprezzare, come merita . Sa meritare ogni attimo di smarrimento, lo scetticismo iniziale come l'appagamento che si prova alla fine. Resta anche un nonsochè di dolcezza, per l'anziana scrittrice e la sua terribile storia. E pietà per un personaggio, assolutamente secondario, relegato nel cantuccio dei personaggi negativi: la madre di Margaret, la voce narrante, incantenata al suo destino di madre distratta e tiepida, incapace di darsi pace e di dar pace alle persone care....
Insomma. Leggetelo, avendo cura di oltrepassare la famosa, quarantesima pagina....

6 commenti:

  1. Già letto!
    Anche con me ha faticato a farsi amare, e sono dovuta andare oltre la quarantesima pagina, ma alla fine ha vinto lui.
    E sono stata contenta perchè ne è valsa la pena e perchè ogni volta che inizio a leggere un libro che non mi conquista, mi sento come tradita da una promessa non mantenuta.
    Quando compro un libro lo faccio con cura e, una volta scelto , mi aspetto di amarlo fino all'ultima riga.
    Baci.
    Alessandra

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  2. io l'ho letto un pò di tempo fa, credo appena uscito!! devo dire che mi colpì subito!!! lo feci leggere, e a lui piacque come voi dopo la 40ma pagina!!! Cmq questo è uno di quei libri che le ultime 20pagine ci ho messo una vita a leggerle perchè non volevo abbandonare i personaggi!!!

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  3. Ti ho "beccata" anche qui!!! L'avevo trovato tempo fa e poi me l'ero perso! Felice di averti ritrovata...come scrivi bene! Che invidia!!! Ho visto anche la borsa, beh...fatta bene e con il tuo tocco in più!

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  4. Non lo conosco, ma adesso lo compro...
    mai pensato di fare recenzioni di libri????
    Sei bravissima e convincente nel descrivere la storia.

    Ps Io ho adorato 'non ti muovere'...fai uno sforzo...riprendilo in mano..non ne resterai delusa!

    Danio

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  5. Questo libro l'ho incrociato un paio di volte, ma alla fine non ci siamo mai incontrati. Magari questa è la spinta che mi mancava per avere finalmente il mio tète à tète con lui, grazie Lizzy!
    Un abbraccio

    Cia

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  6. Lizzy!
    Questo post è bellissimo!
    Io me lo sono voluto far durare un po' di più del previsto, il libro, e prima di scriverne avevo bisogno che la storia e la dolce malinconia che mi ha lasciato maturassero un po'...

    Come te anch'io sono lettrice 'spietata' e abbandono quello che non mi attrae fin dalle prima pagine. Mi è successo con pochi libri, a dir la verità, perché poi cerco sempre di trovare il lato positivo... mi è successo per esempio con Uomini che odiano le donne (e tutti diranno: ma come?) ma forse non era il momento e non era l'umore giusto. Mi è successo con Le affinità elettive (poi ho riprovato altre due volte ma proprio non c'è niente da fare). Mi è successo con Kerouac e forse riproverò.

    Però, a differenza di molte altre, non ho avuto bisogno delle famose 40 pagine per La Tredicesima Storia. Era una storia lenta. Con dei ritmi che ho sentito miei da subito. E quanto mi è piaciuto...
    Ma ne riparleremo, vero? ;))

    Un bacio, polepole

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