martedì 26 luglio 2011

Il linguaggio segreto dei fiori

 Diffido dei best sellers, li guardo sempre con una punta di scetticismo. Stupido, lo so, e forse anche un pò snob, ma mi è capitato molte volte di leggere un libro piaciuto a tutti e di trovarlo vuoto, o insulso, o banale o addittura illeggibile, con l'inconveniente di dover rispondere a chi ti chiede se l'hai letto e se ti è piaciuto, che, no, decisamente no, non mi è piaciuto, l'ho trovato orribile o solo "carino", e di ricevere in cambio sguardi stupiti e vagamente sospettosi ("ma cosa leggi, allora?"). Così, quando ho comprato "Il linguaggio segreto dei fiori" di Vanessa Diffenbaugh ho pensato che quel libro dalla copertina accattivante (tanti fiori diversi per tante copertine, e a te quale capiterà?) con in secondo piano un bel viso e un bello sguardo di donna, aveva davvero tutto da dimostrare, che doveva valere ogni singolo euro del suo costo (quanto costano i libri...) e che doveva meritare tutte le lodi sperticate lette qua e là nei blog di libri.
Inizio il libro nei primi giorni della mia recente vacanza, ed è come tuffarsi a capofitto in una storia da cui fai fatica a riemergere, una storia che ti pulsa dentro con un' intensità dolorosa, estenuante, lucidissima....

Victoria ha solo diciotto anni e una lunga storia di affidi familiari falliti alle spalle; non ha una casa, un lavoro, non ha un posto dove stare, dorme nei parchi, mangia gli avanzi nei ristoranti; è stata una bambina difficile, scontrosa come un animale selvatico, non sopporta di essere toccata da nessuno, è sgarbata e a volte offensiva; è un'adolescente senza punti fermi, senza certezze, all'apparenza senza un futuro. Ma parla il linguaggio dei fiori, ne conosce il significato, sa coltivarli, farli germogliare e poi sbocciare, sa intrecciarli e soprattutto sa farli parlare alle persone cui sono destinati: onestà, coraggio, fermezza nelle difficoltà, amore, devozione, desiderio, margherite, cardi selvatici, anemoni, rose canine. Il tutto raccontato con una prosa asciutta e ferma, che si dipana felicemente su quello stretto confine tra il vero ed  melenso, mantenendosi sempre ben stretta al primo e senza mai sbilanciarsi pericolasamente verso il secondo, senza strappi, senza incrinature, senza alcun cedimento, rendendo perfettamente plausibile una storia (la storia di un'adolescente complicata e senza radici dei nostri giorni che parla il linguaggio vittoriano dei fiori) che poteva apparire anche del tutto improbabile...


Un best sellers davvero bello, insomma, di quelli che, una volta terminati, ti rimangono addosso, continuano a viverti dentro per giorni, impedendoti di passare subito ad un altro, nuovo libro. Da leggere. Di corsa.

lunedì 25 luglio 2011

Vacanze finite






venerdì 1 luglio 2011

etichette e cartone da imballo....


 ... ovvero gli ingredienti poverissimi di una pagina scrap chge più semplice non si può....