martedì 20 marzo 2012

Lettera d'amore a mio figlio

Oggi è il suo compleanno. Oggi si festeggia il giorno in cui lui è nato. E si festeggia anche il giorno in cui IO sono diventata mamma, la sua mamma, dando finalmente un senso alla mia vita. L'unico senso che la mia vita poteva avere.....

Quando ho pensato a come realizzare questa pagina avevo in mente una cosa completamente diversa, lo confesso, ma le pagine di scrap mi fanno questo effetto: le penso, le progetto, ma quando mi metto a realizzarle vengono fuori come vogliono loro.... La volevo essenziale, anche un pò scarna, con una sola foto piccola e molto scritto, piazzato al centro della pagina, a forma di "nuvola"... e invece lo scritto è poco, tutto sulla destra, le foto, anche se piccole, sono tre e anzichè essenziale è una specie di "bazar" colorato e caotico... insomma, niente a che vedere con il progetto originario...

Ho aperto per l'occasione la "Puzzoleide", ossia uno scatolone pieno di tutto: foto, gingilli, fogli pieni di scarabocchi che risalgono ai tempi dell'asilo....  ogni piccolo "cimelio" che riguarda il mio bimbo e la sua piccola storia, così importante per me... così, anche se un pò a malincuore, ho usato l'immagine di un coniglio che, dentro a cornicette minuscole dell'Ikea, è stata per anni appesa in camera di Puzzola...

 ... e anche un foglio pieno di scarabocchi gialli rossi e marroni dei tempi dell'asilo... la foto invece ritrae Puzzola a tre anni e mezzo, su un grande sasso al Lago di Braies, in Pusteria...

 ... anche il fiorellino di cartoncino è un lavoretto fatto alla scuola materna....

 ... e il ricamino a punto croce viene dalla scatola degli "imparaticci", ossia le "prove tecniche di trasmissione" fatte prima di ricamare la sua prima copertina...


 ... il legnetto invece è un legnetto qualsiasi, raccolto sulla spiaggia, con del filo di lana attorcigliato...


Buon compleanno, amore mio,
CENTO, MILLE DI QUESTI GIORNI!

mercoledì 14 marzo 2012

La primavera

Ecco la pagina con cui partecipo alla sfida di marzo di Scrapbookiando! Pagina con dentro un pò di tutto: mele verdi, pezzetti di gomma color fuscia, ritaglie di stoffa, etichette di solito utilizzate per il prezzo dei prodotti, e anche un mini granny square, perchè la sfida prevede di usare un abbellimento fatto all'uncinetto...








lunedì 12 marzo 2012

The Help


The Help è, prima di tutto, un libro sulla cattiveria. La cattiveria che annienta, che discrimina, che separa e fa vergognare. La cattiveria di chi smarrisce (o non ha) il senso dell’umanità, di che dimentica di appartenere a questo mondo, di chi è incapace di vedere quante poche differenze – quelle vere, quelle fondamentali – ci sono tra sé stessi e gli altri. Ed è un libro che, basato su un sentimento forte anche se ripugnante come la cattiveria, genera un sacco di emozioni. Emozioni forti: rabbia, dispiacere, vergogna, qualche lacrima, ma anche qualche sorriso, e anche qualche risata. Comincia lieve, in un ambiente ed in tempo che sono quelli di “Happy days”, ossia l’America dei primi anni 60, prima della morte del Presidente Kennedy: gonne vaporose, pettinature cotonate e cariche di lacca. Ma qualcosa ti colpisce fin dall’inizio, perché il luogo in cui si svolge la storia – le storie – non è né New York né Chicago, ma il Mississipi, quello di “Mississipi Burning”, il sud di “Il buio oltre la siepe”, e la differenza si sente, da subito.

Ci sono tre voci di donne, due nere e una bianca. La bianca è una ragazza ricca e colta, con i capelli perennemente in disordine, altissima e per questo costretta a portare sempre scarpe senza tacco, un po’ fuori luogo nel posto in cui abita: frequenta altre, ricche signore bianche della città, ma la sua condizione di laureata e soprattutto di zitella, fanno di lei una persona comunque “diversa” agli occhi della sua cerchia, delle “amiche” che invece hanno figli, mariti, case da mandare avanti e servitù nera da gestire. Ed ecco il nodo centrale del libro, ossia la condizione delle donne di servizio nere, persone che trascorrono in casa delle ricche signore bianche gran parte della giornata, che preparano il cibo che loro mangiano e mettono ordine nei loro armadi, che puliscono la loro argenteria e lucidano i loro pavimenti; persone che allevano i loro figli, e li amano addirittura, come l’Aibileen della storia; donne che attraversano la loro esistenza senza, all'apparenza, lasciare alcuna traccia rilevante, se non nel cuore, e nei ricordi dei bambini bianchi a cui accarezzano i capelli e a cui preparano le torte; bambini che, diventati grandi, conserveranno un ricordo struggente della loro tata nera, come accade a Skeeter la ragazza bianca della storia, o che diventeranno come le loro madri, ossia incapaci di accettere l'idea che neri e bianchi sono la stessa cosa...
Ci sono nel libro molte pagine dolorose, come quella in cui si racconta della costruzione di bagni separati nei cortili o nei garage delle case dei bianchi, riservati alla servitù nera, perchè "...è noto che i neri portano tante malattie gravissime", o quella del ragazzo nero picchiato a sangue - e per questo diventato cieco - per aver usato per errore il wc riservato ai bianchi in un locale pubblico; ci sono episodi e dialoghi e parole carichi di violenza e di sopruso, che lasciano un sapore schifoso in bocca; ci sono momenti iun cui si percepisce nettamente la soppraffazione, la violenza, l'isolamento in cui il conformismo e la "morale" prevalente relegano chiunque abbia il coraggio di dire che così non va, e provi a cambiare le cose. Ma ci sono anche pagine leggere, piacevoli, e episodi divertenti, e una storia spassosissima - che non racconto per non togliere il gusto di leggerla a chiunque di voi vorrà farlo - che ha a che fare con una torta al cioccolato....
La storia, pur non avendo un lieto fine, apre alla speranza, con una donna che si libera da un marito violento, una ragazza che si lascia alle spalle un mondo in cui non avrebbe più potuto aver parte, e un'altra che, pur avendo perduto il lavoro, scopre di poter fare cose, nella sua vita, che mai avrebbe pensato di poter realizzare; e ci sono tanti piccoli semi, i semi del dubbio e della consapevolezza, che vengono sparsi sul terreno e che - lo sappiamo perchè il Presidente oggi è nero - hanno germogliato e spazzato via la gramigna...
Da leggere, e da far leggere ai propri figli.


domenica 11 marzo 2012

Le felpe nuove di Puzzola

Mi è sempre piaciuto molto scrappare foto con i vestiti di Puzzola; trovo che a distanza di tempo riescano a dire molto sui gusti del momento e su quanto piccolo e grande fosse in quel certo periodo di tempo; avevo già realizzato una pagina di questo tipo, e, ora come allora, ho potuto contare sull'ironia del ragazzo che si è lasciato ritrarre (anni fa) in mutande (ma era solo un disegnino innocente...) e questa volta con tanto di occhiali e apparecchio per i denti realizzati con il metallo....




... e per rendere tutto più divertente, ho realizzato un piccolo armadio, con ante realizzate in cartoncino e foderate all'interno di carta scrap, con dentro la foto delle felpe nuove di Puzzola... e come si vede nella foto sopra, visto che l'ambientazione era comunque quella della stanza del ragazzo, ho realizzato anche una tenda, con uno scampolo di stoffa, retta da un bastone fatto cin uno spiedino di legno e due perline di legno (quelle per le collanine) alle estremità...




sabato 10 marzo 2012

domenica 4 marzo 2012

Le foto della domenica

Piccoli, impercettibili ma inequivocabili indizi della primavera ormai alle porte: violette...

 ... margheritine e gocce di rugiada...


 Un vecchio portone, malandato e romantico, a presidio di un giardino nel cuore antico del centro città...


giovedì 1 marzo 2012

Appena comprati

Due romanzi nuovi nuovi, visti in libreria e subito comprati. Uno, perchè parla delle Bronte, e ad una storia così non so davvero resistere... L'altro perchè, ad una prima sfogliata, mi è parso interessante come argomento e come struttura della narrazione: tanti capitoli per tre diverse voci narranti, come in un vecchio film di Kurosawa, che restituiscono tre diversi punti di vista alla stessa storia.... Vi farò sapere!