giovedì 30 dicembre 2010

L'ultima pagina del 2010, ovvero: piccoli consigli di una madre per l'anno che verrà

 Piccoli consigli per Puzzola, all'inizio di un nuovo anno, che si porterà via un 2010 che non rimpiangeremo....






martedì 21 dicembre 2010

La lista dei desideri (caso mai Re Quercia passasse da queste parti...)


Un fantastico, utilissimo attrezzo dalla foggia vagamente vintage... strepitoso...

un bollitore panciuto....

 matite acquerellabili...
 una bella tazza (questa è di Emma Bridgewater)....

... con guanto da forno coordinato

un mazzo di tulipani (bianchi, ovviamente...)

.. fili, lane, e stoffine....



 ... se proprio devo esagerare, un viaggio in Irlanda...

 ... e il mio poster preferito, nella versione verde acqua...(ma anche rosso, e azzurro, e marroncino e .....)

lunedì 20 dicembre 2010

Regali fatti in casa

Si comincia di buon mattino, quando tutti ancora dormono, le gatte riposano nella loro scatola (opera di Puzzola, oggetto di un prossimo post..) e tutti fuori è gelido e bianco. Si cuoce una quantità considerevole di biscottini (ricetta super facile, anche questa oggetto di un prossimo post....) e si riempono due bei barattoli con la chiusura ermetica (comprati all'IKEA!)....

 ... si aggiunge una bella etichetta...

 ... e due angiolini natalizi come decorazione:





 E poi delle ciabattine rosa pesco con decorazione di perline:

 Trovate le spiegazioni in questo bellissimo blog! A me stanno grandi, perchè la destinataria ha due misure in
più ... quelle che ho fatto per me (neanche a dirlo, materia di un post prossimamente dedicato al tema!) sono più piccole e stanno più aderenti al piede...

 E infine una mina borsina con fatina coordinata. Era nata come mini contenitore per un kit da cucito da viaggio: ago, filo, qualche bottone di ricambio, quel poco che serve cioè da portarsi in valigia come dotazione di emergenza.. riutilizzabile anche per contenere un mini kit di medicine da viaggio, aspirina, qualche cerotto, analgesico per improvvisi mal di testa, termometro, insomma anche in questo caso l'indispensabile che ci si porta in viaggio specie se con bimbi al seguito. Ma poi, dal momento che la mia "febbre" del momento sono quelle ciabattine all'uncinetto che avete visto, ho deciso di regalare la borsina con dentro un bel gomitolo e le spiegazioni per realizzarle....




domenica 19 dicembre 2010

mercoledì 15 dicembre 2010

Una lettrice implacabile e "La tredicesima storia"

Sono una lettrice vorace e bulimica, anche se selettiva e molto schizzinosa.  E sono anche impietosa, ed un tantino brutale: dò ad un libro trenta, quaranta pagine per conquistarmi, per convincermi a rimanere nella magica bolla della storia che racchiude, e se dopo quaranta pagine non è ancora riuscito a mostrarmi copn chiarezza almeno un paio di ragioni per le quali dovrei continuare a leggere, lo metto da parte, senza rimpianti, senza pietà. E' successo con molti libri, è successo per esempio con "Non ti muovere", o con i libri di Faletti, o con quelli di Volo, con gli ultimissimi di Isabelle Allende (le cui prime opere sono invece tra i miei libri preferiti), e con alcuni di Camilleri (il cui Montalbano è tra i personaggi di cui non potrei fare a meno), e succederà di nuovo, ne sono sicurissima. Stava per succedere anche con la "Tredicesima storia". Il libro parte con molte, allettanti promesse: paesaggi romantici, storie misteriose, intrecci familiari, una giovane biografa proprietaria di una libreria, una anziana, famosa scrittrice alla fine dei suoi giorni. Pioggia, cieli plumbei, la brughiera selvaggia, una antica villa padronale, il mistero. La storia ha inizio. Ma la protagonista è poco empatica e (mi sembra) molto poco tratteggiata: non la capisco, non capisco il suo modo di ragionare, e anche la sua storia mi sebra poco plausbile. E l'anziana scrittrice è esattamente come ti aspetti che sia una famosa, ormai vecchia scrittrice, un  misto di capriccio e di eccentricità, che si perdona giusto per via dell'età avanzata e della malattia che la sta portando via. E la storia  che la scrittrice racconta è una storia cupa, spettrale. La pazzia, la decadenza, la vecchia casa in rovina, il giardino distrutto, l'incesto, il mistero, l'incendio, l'inganno. Mi disturba, mi inquieta. Lo mollo per qualche giorno: rileggo "Persuasione", e "La vita di Charlotte Bronte" (qua e là) e anche "HP e i doni della morte" (solo i capitoli finali... che meraviglia.... ). Lo riprendo, ma mi lascia l'amaro in bocca, e un odore di chiuso, di muffito nelle narici. Sono oltre la fatidica quarantesima pagina, però. Fuori piove, fa freddo e la domenica (con Puzzola impegnato con i compiti e i regali di Natale già fatti) è tutta per me; mi faccio un thè, mi siedo in cucina con le gatte tra i piedi e leggo. Fine alla fine. Il libro sa cosa penso di lui; sa di essere "troppo": troppo gotico, troppo misterioso, troppo pieno di follia, decadenza, mistero, fantasmi. Ma arrivo ad uno snodo decisivo. Ed è qui che il libro - che intuisce i miei pensieri e che intercetta il mio scetticismo - cambia registro. All'improvviso si lascia amare, si scioglie, si spiega. Il fantasma - eterea, inconsistente, insopportabile presenza - diventa perfettamente plausibile, i comportamenti  incomprensibili diventano alla fine pieni di logica e assolutamente sensati. Il libro trova il suo scioglimento: l'ombra si dirada, il mistero si svela; resta tutto com'è alla vecchia villa che fa da sfondo alla storia: tutto come all'inizio. Ma le cose si spiegano, il mistero trova la sua soluzione. I protagonisti si fanno voler bene. Il libro sa farsi apprezzare, come merita . Sa meritare ogni attimo di smarrimento, lo scetticismo iniziale come l'appagamento che si prova alla fine. Resta anche un nonsochè di dolcezza, per l'anziana scrittrice e la sua terribile storia. E pietà per un personaggio, assolutamente secondario, relegato nel cantuccio dei personaggi negativi: la madre di Margaret, la voce narrante, incantenata al suo destino di madre distratta e tiepida, incapace di darsi pace e di dar pace alle persone care....
Insomma. Leggetelo, avendo cura di oltrepassare la famosa, quarantesima pagina....

martedì 14 dicembre 2010

Compiti di italiano





martedì 7 dicembre 2010

La transumanza dei libri

 I libri di Puzzola condividono l'amara e faticosa sorte dei pendolari. Nel senso che sono sempre in viaggio, tra casa nostra e casa delle nonne, dove Puzzola passa il pomeriggio, dopo la scuola, e prima del ritorno a casa di Re Quercia e mio. E dal momento che lo zaino del ragazzino già pesa un quintale abbondante, i libri che occorrono per fare i compiti e studiare per il giorno dopo (non necessariamente gli stessi che si portano a scuola la mattina) vengono recapitati a casa delle nonne dai genitori dello studente, in aggiunta ad una ogni altra, piacevole incombenza quotidiana. Il recapito avviene quasi sempre in buste di plastica (solitamente della Coop...) o di carta (quasi sempre dell'Ikea...); buste che dopo un paio di viaggi si rompono, si strappano e quindi si buttano. Così, mi sono dotata di: ago, filo, stoffa di jeans, cotone a quadretti, spilli e macchina da cucire, e ho fatto una bella borsa capiente e robusta per la "transumanza dei libri".
Ho ritagliato un pezzo di jeans (all'incirca 45 x 50) per ognuna delle facce della borsa, ho cucito i lati, dato un pò di ampiezza al fondo ritagliando gli angoli in basso, e poi ho tagliato nelle stesse identiche misure il cotone a quadretti per farne la fodera... Poi ho ripiegato il bordo superiore e l'ho imbastito...

 ...e tra un esercizio di matematica di Puzzola e l'altro ho fatto due lunghi lacci (per portare la borsa a tracolla) e li ho inseriti tra il jeans e la fodera interna...


 E dal momento che alle faccine proprio non so rinunciare, su autorizzazione del futuro proprietario della borsa (che ha acconsentito a condizione che il tutto non avesse un tocco troppo femminile o bambinesco.... "ho dodici anni e sono un maschio!", accipicchia!), ho fatto una specie di tag di stoffa, con un lato a quadretti e uno di jeans; sul lato a quadretti ho cucito a zig zag un tondo di stoffa bianca, ho disegnato occhi e bocca, e ho applicato (prima con un pò di filo e poi con un pò di colla a caldo) i capelli fatti con lana marroncina...

 Ed ecco la borsa finita, con la tag semplicemente attaccata con uno pò di spago (un nastrino sarebbe stato troppo femminile e le indicazioni di Puzzola erano OBBLIGATORIE!!!), ai manici della borsa...

 Pronti per la quotidiana, solita "transumanza dei libri"!


domenica 5 dicembre 2010

Che bello il Natale...

 ... personalmente lo adoro, è la festa dell'anno che in assoluto preferisco. Le luci delle candele...

 .. i cibi tradizionali...



 ... le cittè vestite di luce e di decorazioni...


 .. i tramonti infuocati nelle giornate pù fredde...

 ... o i paesaggi innevati, pieni di silenzio e di candore...

 e infine, i preparativi...

 ... e la FESTA!!!